IL TERRITORIO

L'AMIATA

Una rocca, un cassero senese, Montelaterone; una riserva naturale, il Monte Labbro; un centro buddista, Merigar; un borgo nato intorno a una abbazia, Abbadia San Salvatore, una montagna incantata, un vulcano, l’Amiata.
Chi tocca questi luoghi tocca una storia millenaria passata per stradine e mulattiere, squadrata nei muri di case e pievi, segnata nelle rughe di ogni albero secolare, trasmessa nel sangue di ogni generazione che li ha abitati. Una storia rimasta incorrotta a dispetto del tempo e leggibile a ritroso, scegliendo da dove iniziare, per tappe, in epoche e in anni.
C’è il IX secolo con i monaci a Montelaterone, dove un castello racconta storie di famiglie e di conflitti. Ci sono gli infiniti silenzi e l’essenzialità del Monte Labbro fin dai tempi degli Etruschi. Nel cinabro di Abbadia San Salvatore c’è la vocazione di un territorio che salva un popolo dalla povertà. E poi c’è l’energia della montagna di fuoco che, dal 1981, ha reso Merigar la “dimora dell’energia”, come dicono i tibetani che vi abitano.
L’Amiata è un microcosmo, un piccolo mondo in cui gli elementi della natura creano una irripetibile alchimia che ferma il tempo. Come una casa in cui c’è tutto, nessun luogo e nessun tempo manca a questa terra che evoca storie e suggerisce paesaggi all’anima. È qui, in questa terra vulcanica che attinge energia dal centro della Terra, che nascono leggende, visioni, storie fantastiche, come quelle dell’amore fra Adalberto e Gherarda degli Aldobrandeschi e del Faggio della Contessa, del Drago di Santa Fiora e del Mago Merlino.

IL MISTICISMO, L’ESOTERISMO E LA RITUALITÀ DELLA MONTAGNA DI FUOCO

Forse è il canto della terra e delle sue profondità, forse sono i vapori del vulcano che si spandono nell’aria, forse è l’incorrotta natura benedetta dal cielo. L’Amiata emana spiritualità e la risveglia. È qui che si sente dio, che si chiami Cristo, Buddha o Giove. La presenza del divino è palpabile, la natura è potente e la sua forza ha richiamato qui Etruschi, monaci cristiani e tibetani. Non c’è posto sull’Amiata che non sia nato intorno a un luogo sacro. Le acque calde e guaritrici venerate da Etruschi e Romani, che qui portarono i loro dei e i loro Lari domestici in terme e abitati, rammentano il respiro della Terra. Montagna sacra per gli Etruschi, il Monte Labbro diventa nel 1869 il centro spirituale dei giurisdavidici seguaci del “profeta dell’Amiata”, David Lazzaretti. Una torre, una grotta, una croce, la vetta del monte a un passo dal cielo e una processione ogni 14 agosto per ricordare il fondatore del movimento religioso.
Come un ritorno al cristianesimo primitivo e ai suoi simboli è l’esperienza di Abbadia San Salvatore, dove la cripta e le sue 32 colonne parlano nel codice segreto delle immagini per combinazioni di numeri e figure. Salomone e il nodo gordiano, le rappresentazioni di Cristo attraverso animali e alberi, tutto rimanda a un momento in cui la fede dovette restare nascosta, come un segreto da rivelare a pochi.
Una spiritualità che a Merigar, nella montagna di fuoco, dove è nato il centro buddhista più grande d’Europa, racconta un’altra storia e un altro dio, altri riti, ma la stessa urgenza: liberare l’anima.

LA MAGIA E LA LIBERTÀ

Se chiudo gli occhi vedo ancora le immagini scorrere veloci nella mia mente: eccoli lì, quei luoghi e quei personaggi delle tante leggende che mia nonna mi raccontava.
Sognavo e desideravo vivere quelle storie, incontrare quei personaggi e camminare in quei boschi ricchi di magia.
Ho cercato di ricreare la stessa atmosfera che mi aveva incantata e di parlare di quelle emozioni semplici e di quei valori con cui sono cresciuta.
Il luoghi dell’Amiata mi hanno sempre resa libera nella mente e nel corpo.

(Ringrazio per i testi la dott.ssa Eleonora Mancini Dupont)